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  • Francesco Penta

IL “CAMPO” DEGLI EQUIVOCI E IL MOMENTO DELLE RIFLESSIONI

Tutto secondo copione. Già scritto dalla Divisione ( del resto il sussurro che usciva da Piazzale Flaminio, all'orecchio delle societá parte in causa, era quello del “...Dormite sereni...".

E dunque, dopo il caso degli spareggi per la Coppa Italia di serie A, si ripropone - oggi - un nuovo cambio di regole in corsa, anzi a corsa finita.

Niente play out in serie A2 e B maschile, dopo che la stagione regolare aveva dato i suoi verdetti, dopo le energie profuse e spese (di ogni tipo) dalle societá coinvolte nella bassa classifica per sfuggire al purgatorio dei play out. Per loro... fatica sprecata.

Naturalmente condividiamo il sospiro di sollievo di quei club che possono archiviare la loro stagione ufficialmente oggi, mantenendo la categoria senza andare in campo (di solito unico vero e sovrano giudice).


Ma a margine ci poniamo alcune riflessioni. Nell'ordine:


A) In tre dei quattro gironi di A2 retrocedono Tenax Castelfidardo, Prato e Siac Messina perché ultime in classifica dopo il ritiro, a campionato iniziato, di altre tre squadre; sono state escluse dalla classifica le squadre ritirate che avevano comunque contribuito a formare quella classifica e che dunque a loro volta - forse - (la parola ai giuristi) avrebbero dovuto essere considerate ai fini di questa decisione. Perché, giusto per esercizio di stile, se in un girone si fossero ritirate quattro squadre sarebbe retrocessa la quintultima.

B) La serie A2 femminile non é anch'essa stata coinvolta dalla emergenza sanitaria? E la serie A maschile (Aniene e Mantova) e femminile (Granzette e Pelletterie), forse non hanno vissuto lo stesso calvario di tamponi, quarantene, protocolli e via dicendo? Perché a loro un trattamento diverso? Quali demeriti hanno rispetto a quelle di cui sopra? Forse perché c'é un problema di organici per queste ultime?! Ma allora il Covid non c’entra o meglio il Covid torna utile quando serve.

Pensiamo che la discussione di principio sul "quando é giusto cambiare le regole a corsa finita" debba valere per tutti. Perché un principio é tale quando ha applicazione universale.

Se ricordate, pensiamo proprio di sì, un problema analogo - a parti invertite quella volta - si era posto alla fine della stagione scorsa quando, a causa della pandemia, si erano bloccati i campionati, cristallizzata la classifica e fatte retrocedere le societá che non avevano nemmeno potuto giocarsi sul campo la loro salvezza. In quel caso la Divisione chiese alla LND di poter derogare alle regole sulla retrocessione facendo salvi tutti (o quasi) in quell’annus horribilis. E in quella situazione, rispetto ad oggi, vi era senza dubbio una parvenza di maggior legittimitá in una richiesta di quel tipo, dal momento che i campionati non si erano conclusi e il campo non aveva ancora dato i suoi verdetti definitivi (come invece oggi ha giá fatto). Allora il principio che ha prevalso, da parte di LND, é stato quello della inderogabilitá delle norme con buona pace della emergenza sanitaria.

Peraltro quella richiesta proveniva dalle societá che erano state tutte sentite attraverso lo straordinario strumento delle videoconferenze che hanno cambiato la nostra vita nel periodo del lockdown. Oggi niente di tutto questo é accaduto e l'iniziativa della Divisione é stata del tutto autonoma, come nel suo legittimo potere di rappresentanza, senza - va registrato - un confronto diretto con la base. Questo é un dato certo, giusto o sbagliato che sia. Lasciamo alle societá giudicare.

Vi lasciamo con un‘ultima, ma non meno importante, riflessione: se le mancate retrocessioni previste ad inizio stagione certamente porteranno beneficio alla Divisione Nazionale per i loro organici, quali riflessi avranno invece verso i Comitati Regionali, privati di un cospicuo numero di societá che sarebbero dovute retrocedere come da comunicato N.1? E c'é da scommettere che, come al solito, abbonderanno le domande di ripescaggio da parte delle societá regionali al campionato nazionale in sede di iscrizione il prossimo luglio.

L'impoverimento dei campionati regionali, se giá costituiva un problema in passato, oggi rischia di diventare un vero cancro che, si sa, é destinato, senza le opportune cure e soluzioni, a partire dalla periferia per arrivare alla testa.

Attendiamo fiduciosi i prossimi provvedimenti ed iniziative per sostenere la base del sistema, senza la quale il vertice puó solo ambire ad una sopravvivenza...temporanea.



Francesco Penta

per We For Futsal









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