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  • Fabiana Di Nardo

LE FINALS A RIFLETTORI SPENTI. PESARO CAMPIONE!

Riflettori spenti e giù il sipario. Vince Pesaro. Di forza. Beffando il Covid, gli allenamenti mancati, le incognite della vigilia, la condizione atletica da recuperare. L'Italservice di Fulvio Colini si laurea Campione delle Final Eight con merito.


Il calendario gli da una mano e Pesaro l'afferra. Battendo ai quarti la Colormax, superando anche l'ostacolo dell'infortunio a Canal, ritrovando Taborda in semifinale, riuscendo a fare ciò che meglio gli riesce. Gioco corale, lettura perfetta della gara, gestione e continue accelerate, il tutto condito dalle magie dei singoli, Borruto su tutti. Ne fa otto in tre gare e si porta a casa il trofeo di MVP della competizione. La Feldi Eboli nei 40' più importanti, regge per quel che può, sfinita dalla semifinale giocata e vinta con l'Acqua e Sapone. La squadra di Scarpitti, vince sul finale nella gara del debutto con la Came Dosson, la vera “sacrificata” dei sorteggi, ma in semifinale, la perde quasi da sola. Spreca in poco più di un minuto il doppio vantaggio e saluta ai rigori la competizione tricolore che alla vigilia - nelle previsioni di tutti - la volevano già finalista. Ed invece le finals ancora una volta sorprendono. Lo fa anche la Colormax che almeno per un tempo, nel suo quarto di finale con Pesaro, tira fuori una prestazione tutta cuore. E il cuore ce lo mette anche il Lido D'Ostia che manda a casa il Cmb Matera ai rigori, prima di cedere proprio con l'Italservice in semifinale. Non senza mostrare le unghie. Portandosi addirittura sul doppio vantaggio. Si lotta anche nel derby tra Feldi Eboli e Sandro Abate. Gli avellinesi ci arrivano con le ossa rotte. Provano a resistere e per un tempo lo fanno alla grande. Poi, nel secondo, pesano i pochi cambi e le tante assenze. Fantecele in tribuna per squalifica, Jonas a casa per infortunio ed un Nicolodi in campo a mezzo servizio. Patias e Grello fanno la voce grossa e i salernitani di Riquer passano, e passano ancora contro l'Acqua e Sapone, andando comunque a medaglia nella finalissima.

Le F8 si confermano come...l'appuntamento. Unico e travolgente. Gli occhi al campo e tutto dimenticato. Fischio d'inizio e attenzione solo alle sfide tra i Campioni. Equilibrio perfetto tra gambe, testa e cuore.

ll campo regala emozioni. Dal primo all'ultimo minuto. Gli spalti ci provano. Poche presenze, tutte nelle delegazioni delle squadre. Ma quel tanto poco basta per accendere l'RDS Stadium. Ci si accontenta. Ci pensa la Divisione ad alzare il pathos. Lo fa con immagini e musica. La suggestione non manca. Dal pre gara, all'ingresso delle squadre sul parquet, fino all'Inno d'Italia, mano al cuore. E regge anche l'organizzazione. Tra sanificazione, tamponi al palasport, distanziamento, protocolli. Insomma, tutto quello che ha tolto molto al campionato e rischiava di togliere molto alle F8. Che, però, si confermano come l'appuntamento. Unico e travolgente. Gli occhi al campo e tutto dimenticato. Fischio d'inizio e attenzione solo alle sfide tra i Campioni. Un equilibrio perfetto tra gambe, testa e cuore.



Pura magia. Come quella respirata nei momenti della premiazione.


Che per Pesaro ha il sapore della prima volta. E allora, quell'abbraccio, quel palco, quelle medaglie esibite hanno un valore tutto speciale. Anche a riflettori spenti. Due anni da Faenza prima di rivivere lo spettacolo delle final eight. Troppo tempo. Un tempo che a Rimini è corso veloce. Un tempo cristallizzato in immagini e foto, dove il ritratto disegnato è quello di un grande Futsal. Fortuna chi c'era. Fidatevi! Noi c'eravamo.

Fabiana Di Nardo

per We For Futsal



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