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  • Alessandro Carta

Sardegna: futsal al tramonto o una nuova alba?

“L’Isola che non c’è”. Così si intitola una famosa canzone di Edoardo Bennato, ma nel caso del futsal, in Sardegna, non è proprio cosi, anche se i fasti di un tempo sono lontani anni luce. Per gli amanti di questa fantastica e spettacolare disciplina, sono ancora impresse le immagini delle giocate di Fabio Previdelli, Jocimar Jubansky con la maglia del Cagliari C5 o Mariano Tallaferro con quella gialloblù della storica Delfino.



Negli anni sono cambiate tante cose, si è passati da chiamarlo “semplicemente” calcetto, portato avanti da alcune società con giocatori che si allontanavano dal calcio a 11, per poi farlo diventare, in maniera più identificativa, Calcio a 5, sino a dargli una visione più internazionale con il nome di FUTSAL! In Sardegna, quando si parlava di Calcio a 5, il richiamo era alle società cagliaritane o nelle sue vicinanze. Cagliari C5, Delfino, Sestu, Assemini, Capoterra 2000, Elmas C5, Atiesse, Domus De Maria, giusto per citarne qualcuna, ma come provavi ad allontanarti dal capoluogo, il deserto più totale o piccole realtà. Negli anni, per fortuna, il movimento è cresciuto, si è espanso abbracciando altre realtà, come Oristano (con l’Athena C5), Sassari (Ossi e Ichnos Sassari) ancora in attività, oppure Sanluri, Nuoro e Alghero con società che hanno conosciuto la bellezza dei campionati nazionali e poi scomparse troppo in fretta. E’ cresciuto il movimento giovanile, con il Basilea di mister Davide Mura (ex nazionale italiana e BNL) ma anche quello femminile con tante ragazze che si sono spostate dal calcio a 11 al futsal, grazie anche all’ingresso delle società nelle scuole con vari progetti. Adesso, per fortuna, la situazione numerica è cambiata, i giovani si avvicinano più facilmente al futsal, non lo “usano” più come ripiego, nascono sempre più settori giovanili dedicati, le società, tra mille difficoltà, cercano di programmare sperando di inserire in prima squadra sempre più giocatori autoctoni, che diano identità e possano abbassare i costi diventati quasi insostenibili. Questo, ovviamente, fa sì che il livello sia crollato, che gli stranieri, in numero più esiguo, molto spesso non siano di primissima fascia, abbassando anche l’interesse di spettatori e sponsor. Da qualche anno, la distribuzione del futsal sardo è più omogeneo, copre l’intera isola, si passa dal sud, storicamente la provincia più avanti, al sulcis-iglesiente, ma anche Ogliastra, nuorese, oristanese e sassarese, per toccare anche le punte più estreme come Arzachena, Porto Torres, Olbia e Santa Teresa di Gallura. Non ci saranno più i campioni di una volta, giocatori che vestivano la maglia dell’Italia o di altre nazionali, ma torneranno, così come torneranno tempi migliori per l’intero movimento, perché noi siamo sognatori, eterni romantici e ci speriamo ancora. Per adesso ci “accontentiamo” delle sedici società che disputano campionati nazionali, dando lustro ad una terra orgogliosa, che sa sempre rialzarsi, aspettando i nuovi Massimo Nurchi e Alberto Melis o Lucileia e Vanessa che ci hanno deliziato con la maglia del Sinnai C5. Per adesso dobbiamo pagare dazio e lasciare strada ad un periodo storico che sta mettendo in grossa difficoltà tutta l’Italia, compresa un’isola felice come la Sardegna, che ha dovuto alzare bandiera bianca anche con i campionati regionali che, si spera, possano ripartire nella prossima stagione dopo più di un anno di inattività. Nel massimo campionato regionale avevano aderito solo quattro società, così come nell’Under 19 nazionale, ma se nel primo caso non si è raggiunto un minimo accettabile, dovendo dichiarare chiusa la stagione, nel secondo si è partiti con tanto entusiasmo e tante incognite. Più compatta, invece, la parte femminile, con tutte le iscritte che hanno dato forfait, rimandando alla prossima stagione la bagarre per il salto di categoria.


Alessandro Carta

per We For Futsal


E’ cresciuto il movimento giovanile, con il Basilea di mister Davide Mura (ex nazionale italiana e BNL) ma anche quello femminile con tante ragazze che si sono spostate dal calcio a 11 al futsal, grazie anche all’ingresso delle società nelle scuole con vari progetti. Adesso, per fortuna, la situazione numerica è cambiata, i giovani si avvicinano più facilmente al futsal, non lo “usano” più come ripiego, nascono sempre più settori giovanili dedicati.
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