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SI SCRIVE REGALBUTO, SI LEGGE GIOVANI


12 gol in 2 gare (cinque delle quali segnate dallo stesso giocatore, l’mvp Palmegiani) eliminando prima la quotatissima L84 e poi battendo in finale un coriaceo ALMA SALERNO (che aveva superato l’ANTENORE PADOVA in semifinale), danno l’idea chiara della superiorità fisica, tecnica e mentale di una squadra che, quasi con gli stessi uomini/ragazzi, ha centrato i play off in serie A2.



Questo risultato del REGALBUTO ci dice due cose:

La prima che a vent’anni si può giocare in A2 e contendere con squadre blasonate e zeppe di giocatori maturi italiani, comunitari o Italo che siano, con rimborsi ben più “sostenibili” per la società.

La seconda, a cui la prima è inevitabilmente subordinata, è che ci vuole un allenatore capace, neanche a dirlo, e predisposto a sacrificarsi per plasmare un gruppo a cui deve dare tutto quello che a loro ovviamente manca. Molto di più che a una squadra di giocatori maturi, dal punto di vista della esperienza, delle conoscenze, del carattere, degli stimoli e la difficoltà (e il sacrificio personale) del tecnico ( e quindi la sua bravura) sta proprio in questo.

Oggi abbiamo avuto il piacere di conoscere i Palmegiani, i Lo Cicero, i Giampaolo, i Fichera, i Ferrante i Vitale gli Isgro’ e naturalmente i Paniccia che ci fanno ben sperare per il prossimo futuro a patto che nella cadetteria il buon esempio del Regalbuto sia preso a modello, sul serio. Fenice, Aosta, Roma Calcio a cinque e Roma TreZeta sono ancora una minoranza.

Ne guadagnerebbero tutti: la nazionale in primis, le società (sempre per la questione economica legata al budget) e, nel medio/lungo periodo, anche la massima serie che augurabilmente come avviene da tempo in Spagna e Portogallo potrebbe attingere dalla cadetteria giocatori formati in quantità e di qualità (ormai merce rara e diventata più costosa dell’oro).


Oggi abbiamo avuto il piacere di conoscere i Palmegiani, i Lo Cicero, i Giampaolo, i Fichera, i Ferrante i Vitale gli Isgro’ e naturalmente i Paniccia che ci fanno ben sperare per il prossimo futuro a patto che nella cadetteria il buon esempio del Regalbuto sia preso a modello, sul serio. Fenice, Aosta, Roma Calcio a cinque e Roma TreZeta sono ancora una minoranza.

Dopo le immagini del pubblico di sabato a Falconara, zucchero puro per i diabetici in crisi, l’unica vera nota stonata è stata la cornice. Pochi impazziti, a ragione, famigliari (fra i quali l’inconfondibile coach Giampaolo) ma davvero troppo poco calore sugli spalti (ah! mancava anche il mister della Nazionale under 19, se ne esiste ancora uno).

Meritano qualcosa di più questi ragazzi e se la finale di serie A (per fortuna si gioca a Pesaro con la squadra di casa in) si salverà, certo per loro ci voleva qualche sforzo in più, un’idea meno pigra che adagiarsi sulla comodità di fare tutto sullo stesso posto.

Meritavano anche la stretta di mano del presidente che anche qui ha lasciato spazio ai sui comprimari.

Meritano qualcosa di più questi ragazzi e se la finale di serie A ( per fortuna si gioca a Pesaro con la squadra di casa) si salverà, certo per loro ci voleva qualche sforzo in più, un’idea meno pigra che adagiarsi sulla comodità di fare tutto sullo stesso posto.

Redazione

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