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  • Mattia Dario

“Specchio riflesso”

Updated: Apr 18, 2021

Dai Professionisti d’immagine, ai dilettanti della forma. Da Ibra a Mammarella: dov’è l’errore? Le differenze di gestione dei profili social tra calcio ad 11 e Futsal. Cosa ci insegna il “Dio” della terza persona e come seguire il suo esempio da attenti discepoli.



I am Zlatan Ibrahimovic

I am Zlatan Ibrahimovic, si presenta così nei propri profili social il campione svedese. E lo fa decisamente in un modo che gli appartiene, nella piena definizione di egocentrismo, ossia mettere al centro l’io, che ironicamente a volte diventa addirittura “Dio”. È questa l’immagine che Zlatan vuole dare di sé, in un mondo social all’interno del quale l’immagine ha una fondamentale importanza: del resto si tratta di selezionare e mostrare la versione migliore di noi, così da ottenere la maggiore approvazione possibile da chi ci segue.


Questo discorso vale un po’ per tutti noi, a maggior ragione però per Ibra e colleghi, che praticano lo sport più seguito e discusso nel nostro Paese. Quotidianamente, infatti, si trovano in un vero e proprio ciclone mediatico; per cui – dunque - è importante non tanto l’apparire, ma piuttosto come farlo. Non a caso molti di loro si mostrano a giornalisti e tifosi in maniera noiosamente impeccabile, quasi recitando un copione di un film già visto e di cui si conosce già il finale.

Il discorso può essere esteso poi anche ai giocatori non professionisti del Futsal, tuttavia da un punto di vista completamente opposto, se vogliamo: infatti nel loro caso non si tratta di evitare o comunque limitare la suddetta attenzione mediatica, semmai di ricercarla in un'ottica più ampia di sviluppo del movimento del calcio a 5. Infatti nella piena era digitale in cui ci troviamo, la diffusione ed il successo di uno sport non può non passare per il 'seguito' sui social media: del resto è proprio qui che sta nascendo un vero e proprio settore economico, oltretutto dai ricavi decisamente elevati.


Basti vedere Cristiano Ronaldo (o meglio il brand CR7) - su cui si può discutere se sia o meno il giocatore più forte al mondo - ma con i suoi 273 milioni di followers è certamente il Re indiscusso del calcio nei social. Come ovvio che sia, certi numeri sono irraggiungibili se trasferiti al calcio a 5, non mancano però alcuni esponenti anche di questo mondo che, con le dovute proporzioni, sanno difendersi molto bene da questo punto di vista: si possono citare Falcao e Ricardinho ad esempio, che superano il milione di followers su Instagram.


Tuttavia si contano sulle dita di una mano i giocatori di Futsal dal grande seguito sui social, soprattutto se si guarda al nostro campionato dove i grandi campioni certamente non mancano: si pensi all’orgoglio italiano Stefano Mammarella, che nella ‘bio’ di Instagram potrebbe vantare il premio di miglior portiere del mondiale 2012 e meritare quindi un certo seguito.

Ci si deve domandare quindi come migliorare i numeri da questo punto di vista, così da sviluppare la crescita del movimento: le due cose, come prima ricordato, sono infatti inevitabilmente legate l’una all’altra al giorno d’oggi. Forse la soluzione potrebbe essere abbandonare l’approccio italiano, o più largamente europeo, di come concepire lo sport. Prendendo ad esempio gli Stati Uniti d’America, lì si va oltre lo sport in sé, in una visione decisamente più improntata al marketing rispetto alla nostra; ecco che negli States si sfrutta di più l’aspetto economico-sportivo creando una sviluppata rete di indotti, ossia più attività produttive collegate e dipendenti dallo sport. Emblematici sono i casi del basket o del football americano, dove l’evento sportivo nel suo complesso va ben oltre la durata della partita. Si tratta quindi di andare oltre, di vedere lo sport in una visione più ampia e che stia al passo con i tempi: così facendo si può temere di perderne in genuinità , tuttavia - lo Sport - rimarrà sempre la passione da cui tutto ciò prende vita e muove.


Mattia Dario

per We For Futsal

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